La scienza va avanti per noi, per donarci sempre un sorriso

    La scienza va avanti per noi, per donarci sempre un sorriso

    Maggio 2020... 30 anni, piena pandemia e incinta di 8 mesi! Quando ho iniziato a star male? Gennaio o forse febbraio? Non ce la faccio più, vado in ospedale ma è pericoloso, c’è il covid! Vabbè aspetto ancora un po’, non tutte le gravidanze sono uguali e questa è un po’ più “tosta”. Queste erano i miei pensieri, soprattutto quando la tachicardia aumentava, il dolore toracico era lancinante, la stanchezza prendeva il sopravvento, l’affanno galoppava e la sudorazione era sempre lì pronta a presentarsi. Il 12 maggio 2020 corro al pronto soccorso con un versamento del pericardio di 3 cm e due giorni dopo nasce il mio secondogenito Michele, il mio salvatore perché forse diagnosticare un linfoma così velocemente non sarebbe stato semplice se non fossi stata incinta.

    Il mio cardiologo, dopo la dimissione ospedaliera mi ha seguito passo passo in questa mia avventura, in questo mio viaggio; è stato lui che a giugno 2020 si è accorto che qualcosa non andava. Non c’era solo un versamento del pericardico, non c’era solo un versamento alla pleura, ma c’era una “macchia nera al torace”, al mediastino. Non potrò mai dimenticare le sue parole dopo che vidi gli esami specifici che mi chiese di fare per confermare il suo pensiero: “Vale, è un percorso lungo ma ne uscirai vincitrice, perderai i capelli e le cure saranno molto toste, ma stai tranquilla, tornerai dai tuoi figli”.

    Dopo un ricovero di 40 giorni all’ospedale Cardarelli di Napoli con 2 biopsie, 2 drenaggi toracici e 2 toracentesi (avevo quasi 5 litri da drenare alla pleura) avevo la diagnosi: LINFOMA NON HODGKIN A GRANDI CELLULE B PRIMITIVO AL MEDIASTINO, III STADIO. Il mio unico pensiero era tornare a casa dai miei figli e vederli crescere. Michele a 2 mesi di vita, nel frattempo, era cresciuto dalla famiglia e non da me e lo stesso il suo fratellone Antonio, che all’epoca aveva solo 20 mesi! Inizio la terapia in ospedale che prevedeva una somministrazione settimanale in day hospital e ogni 3 settimane anticorpo monoclonale... la terapia ha effetto.

    Vengo dimessa e continuo le terapie in regime DH. I capelli cadono, divento agitata per il troppo cortisone, mentre sono felice e piango, anche questo è un modo per reagire alla malattia. Dopo 16 chemio, 6 anticorpi monoclonali e 20 radioterapie SONO IN REMISSIONE DA 1 ANNO. Ed è in questo ultimo anno che cerco di non sprecare nemmeno un giorno della mia vita, che mi dedico costantemente alla mia famiglia e soprattutto ai miei figli, unico pensiero fisso nei momenti bui. È grazie a loro che non ho mai perso di vista il mio vero e unico obiettivo: VIVERE E VEDERLI CRESCERE. Ai controlli trimestrali e semestrali c’è sempre un po’ di paura ma vado sempre con la consapevolezza che qualsiasi cosa mi dicano c’è sempre un rimedio a tutto, la scienza va avanti per noi, per donarci sempre un sorriso e una speranza in più. PER ASPERA AD ASTRA

    Valentina

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