Il linfoma si può sconfiggere, siamo più forti noi

    Il linfoma si può sconfiggere, siamo più forti noi

    Il mio nome è Matteo, a 17 e a 21 anni mi è stato diagnosticato un linfoma di Hodgkin e ora, a distanza di 18 anni, vorrei raccontarvi la mia storia, una storia che non sono mai riuscito a descrivere alle persone che ho conosciuto o che, forse, non hanno mai avuto la voglia o il tempo di ascoltare. Una storia che, spero, sia di aiuto a chi, come me, ha affrontato o sta affrontando il brutto male. 

    "Dai papà, taglia tutto!!!" le parole che ricordo indelebili mentre fissavo lo specchio con un’innocenza da 17enne. In quei giorni penso che i miei genitori siano stati la parte più forte di me. Credo che un genitore non dovrebbe mai affrontare queste situazioni innaturali e il mio caro papà, ovunque sia ora, quel giorno ricevette come una coltellata nel cuore. Ma ciò che aveva in mano non era un coltello, solamente un taglia capelli pesante, molto pesante. 

    Tutto iniziò nel gennaio del 2000, febbre costante a 38/39 per qualche giorno che si è ripresentata nei mesi a seguire, accompagnata da un progressivo aumento della circonferenza del collo. Marzo 2000, rx e tac mostravano masse a livello cervicale e mediastinico e la biopsia sancì il verdetto: Linfoma di Hodgkin, variante sclerosi nodulare Stadio 2B. Sei cicli chemioterapici e dieci sedute di radioterapia mi aspettavano, unite a continue visite di controllo. Ho risposto bene alle terapie, 4 anni di remissione fino al nefasto marzo del 2004. Il Linfoma era tornato. Dolori all'emitorace di sinistra con irradiazione all'arto (impossibilità di stringere anche la più banale cosa) furono il campanello di allarme che portò nuovamente a sottopormi, dopo una biopsia toracica, a successivi 4 cicli chemioterapici con raccolta di cellule staminali e autotrapianto. Ad ottobre, finalmente, il consolidamento della remissione ottenuta! 

    In quegli anni il dolore più grande non era la sofferenza fisica, il cappellino indossato per nascondermi dagli sguardi della gente o le molteplici cicatrici che porterò per sempre a ricordo di quella esperienza ma vedere il dolore delle persone a me care, perché impotenti di fronte a tutto questo. Nella ricaduta piansi molto, ricordo quel pomeriggio quando l'ospedale chiamò. A 17 anni quasi non riuscivo a comprendere cosa stava succedendo, a 21 anni ero consapevole che era una guerra e che solamente io potevo e dovevo nuovamente combattere. Ma i demoni dentro di me, che erano e sono ancora presenti, non hanno prevalso sulla mia voglia di vivere, facevo e consideravo tutto come "normale", ridevo dei miei guai con le persone. Nel giorno della mia remissione completa ho toccato il cielo con un dito ma da quel momento sapevo che non sarei mai più stato quello di prima. Avevo una visione della vita completamente diversa dai miei coetanei, forse quasi un dono!

    A distanza di anni vorrei parlare al cuore di chi sfortunatamente ora è malato e sta affrontando un momento nero, buio e soffocante. Non smettete di lottare, non smettete di credere in voi stessi, ce la potete fare, avete ancora tanto da vivere e tante persone da conoscere che vi faranno crescere, nel bene e nel male, e vi porteranno a conoscere un ‘Voi’ totalmente autentico e differente dal resto del mondo.

    Il cancro si può sconfiggere, siamo più forti noi...soprattutto se sorridete!!!! 

    Matteo

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