Storia di Paola - dicembre 1991

    Era il 5 dicembre 1991, avevo 31 anni ed ero appena diventata mamma per la seconda volta, il primo non aveva ancora 6 anni ed aveva iniziato da poco la prima elementare.

    Una tosse persistente mi aveva indotto a fare una lastra al torace, l'esito richiese una biopsia che degenerò in un coma farmacologico. Dopo circa un mese dall'evento un giovane medico dell'equipe del Prof. Franco Mandelli ebbe un’intuizione sulla terapia da effettuare e, come neve a sole, la massa che mi stava opprimendo iniziò a regredire. Mi risvegliai ed iniziai un percorso di guarigione raggiunta attraverso cicli ripetuti di chemioterapia, radioterapia, recidiva ed autotrapianto.
    In quel periodo ho vissuto scandendo il tempo tra un ciclo ed un altro, tra un controllo e l'attesa dei relativi risultati, cercando di non pensare troppo ... ma era difficile.
    Purtroppo lo specchio mi restituiva un'immagine diversa da ciò che ero sempre stata, divenuta gonfia a dismisura a causa del cortisone e con il viso ma in particolare gli occhi irriconoscibili, la testa coperta da un foulard e soprattutto con l'angoscia sempre presente di non poter seguire e veder crescere i miei figli ...

    Dopo la forzata interruzione dell'allattamento, la piccola si rifiutava di venire tra le mie braccia e si divincolava con energia se tentavo di offrirle il biberon e successivamente la pappa, non mi riconosceva e non mi sentiva come la sua mamma. Il grande da persona sensibile ed intelligente qual è sempre stata, percepiva lo stress che mio malgrado accumulavo e quel senso di insicurezza legato al mio futuro che purtroppo non sempre riuscivo a soffocare.
    I conoscenti mi guardavano con compassione e curiosità, alcuni amici appresa la notizia si erano allontanati in gran fretta...
    Tutto ciò veniva però ridimensionato quotidianamente dall'amore di mio marito che mi guardava come se nulla fosse accaduto, da mia madre e mio padre che si occupavano dei bambini come se invece di andare al Centro di Ematologia in via Benevento, mi fossi dovuta recare in ufficio. Tentavano, ora posso dire, con una grande forza di volontà di trasferirmi quel senso di serenità del quotidiano che purtroppo vedevo quasi irraggiungibile. In questo mix di positività c'erano poi gli amici di sempre che non finirò mai di ringraziare e con i quali si è da allora consolidato un rapporto di sentimento fraterno...

    E' passato molto tempo da allora, ho 47 anni e sono in perfetta forma fisica, come se nulla fosse accaduto anzi meglio: posso dire di vivere una seconda vita, sicuramente più consapevole e felice della precedente.
    I miei figli hanno 16 e 22 anni, sono due ragazzi stupendi, la piccola frequenta il secondo Liceo Classico , il grande è laureando in Giurisprudenza.
    Il rapporto con la piccola si è recuperato presto e completamente.... Con il grande si è stabilito negli anni un legame speciale dovuto al non esplicitamente detto ma vissuto, con le debolezze e le gioie proprie di questa esperienza.
    Ho una bella foto dei miei ragazzi sul pianoforte, è stata scattata in occasione della cerimonia per le nostre Nozze D'Argento: rappresenta il coronamento di un sogno. Desidero ringraziare l'equipe del Prof. Franco Mandelli ed in special modo il Dott. Maurizio Martelli del Gruppo D che ebbe l'intuizione iniziale, la Dott.ssa Meloni del reparto di Autotrapianto e soprattutto la Dott.ssa Silvia Tosti del Pronto Soccorso per le qualità umane oltre che professionali dimostrate nei miei confronti.

    Ringrazio anche tutti i medici, infermieri e volontari che mi hanno aiutato e confortato con una solerzia indimenticabile e che in qualche modo mi auguro possano riconoscersi in questa esperienza.
    Spero che questa mia storia venga letta da chi si trova a dover superare una prova così difficile affinché possa attingere un po' di quella fiducia e forza necessarie per il coronamento di un sogno.

    GRAZIE
    Paola A.

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