La storia di Antonio Valenza

    La storia di Antonio Valenza

    Pantelleria, 16 giugno 2004, ore 8,30: sono in Commissione per gli esami di Stato e noto gli sguardi dei Colleghi e degli Studenti allarmati dal mio pallore cadaverico e dai rivoli di sudore che intridono la camicia. Mi reggo a stento in piedi e mi prefiggo di ritornare dal medico a fine turno di vigilanza.
    Ore 11,00: il medico mi "ingiunge" un'immediata serie di analisi.


    Pantelleria, 17 giugno, ore 14,00
    : sono appena, faticosamente, rientrato in servizio scolastico quando squilla il telefono.
    Il medico m'invita...per un caffè, subito, ...a casa sua.
    Quando lo raggiungo tenta un approccio psicologico. "Quanto mi resta?", gli chiedo. Le analisi del sangue non lasciano dubbi. Mi devo trovare un Centro ematologico perchè l'ospedale di Pantelleria non ha risorse per la mia patologia. Dove vado? Come vado? A chi affido i miei tre figli di 13, 12 e 9 anni dal momento che nè mia moglie nè la mia astenia mi consentono di partire da solo? Soprattutto la ragazzina in pieno esame di licenza media? Quale preventivo di spesa bisogna predisporre partendo "alla ventura"? Quale albergo per mia moglie? Per quanto tempo? Decido di non partire se prima non organizzo al meglio ogni cosa per il futuro dei miei figli. Intanto comunico a Scuola la mia malattia. Lasciare la Commissione dell'Esame di Stato, a Pantelleria, è come diramare una notizia a reti unificate. In serata casa mia diventa una sorta di centro d' incontri. Tutti mi incitano a partire col primo aereo utile e, ai miei indugi, qualcuno comincia a pensarmi sconvolto dalla depressione. A rincuorarmi sulle possibilità di vita, un mio stimatissimo amico, mi porta un notiziario dell'AIL, sezione di Bologna.

    Pantelleria, 18 giugno, ore 9,00 circa: telefono all'AIL di Roma e spiego le mie perplessità di padre di famiglia e di isolano. Ne parliamo. Mi mettono in contatto con l'AIL di Palermo. Poco dopo, da Palermo mi richiama la Sig.ra Seminerio. Mi assicura ospitalità per me e mia moglie nella Casa AIL "La Coccinella" a poca distanza dall'Ematologia del "V. Cervello" e la sua guida per orientarci nelle procedure di ricovero ospedaliero. Mia sorella Maria intanto si trasferisce a casa mia per restare con i ragazzi , ed io sistemo come posso il mio futuro.

    Palermo, 19 Giugno, ore 11,00 circa: a Punta Raisi, avvertiti dal "porta a porta", ci accoglie una coppia di fraterni Amici. Nella mente ho ancora le lacrime dei miei Figli, la commozione di Tutti, la consapevolezza della mia assoluta vulnerabilità fisica. Arriviamo al "Cervello". All'accesso per l'Ematologia, ci attende la Sig.ra Seminerio. La Volontaria dell'AIL mi appare come una sorta, mi si perdoni, di "guardia del corpo": la prima sentinella di quello che per me significava e significa il "Presidio Antimorte".

    Palermo 21 giugno ore 16,00 circa: sto per lasciare il Reparto trasferito in D.H. Mi è stata diagnosticata una L.M.C. In fase di accelerazione Sokal. 175.000 Gb, milza debordante 19 cm, Blasti 20/25%, ecc. Eppure posso sperare di sopravvivere! E se l'AIL non ci fosse stata, mi chiedo?

    Pantelleria, 4 febbraio 2005, ore 19,00 circa: sono ancora vivo. Come in coda a un bel film vorrei ringraziare l'Ematologia del "V. Cervello" per l'attenzione datami nelle diagnosi e nelle Terapie, nel Reparto e nel D.H., nei Laboratori e negli Ambulatori. Vorrei ringraziare gli Operatori Tutti, i Medici, i Dirigenti. Ma vorrei anche che dal mio male si traesse risorsa da spendere su Pantelleria per evitare nel futuro degli altri, almeno in parte, le tante preoccupazioni che ho dovuto e devo risolvere. Vorrei riuscire a promuovere un raccordo di sostegno tra la mia Isola e l'AIL di Palermo poichè mi piace l'idea che nel domani di Pantelleria possano esserci le "Sentinelle" dell'AIL a presidiare la Vita contro la Morte.

    Antonio Valenzal

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