A 18 anni la sfida più grande: sconfiggere la leucemia mieloide acuta

    A 18 anni la sfida più grande: sconfiggere la leucemia mieloide acuta

    Novara, 5 Aprile 1998, buon compleanno Beppe! Che bello finalmente 18 anni!! Festeggiamo ragazzi, abbiamo una vita davanti!! Novara, 20 Aprile 1998: arriva la diagnosi di Leucemia Mieloide Acuta ed è necessario un ricovero d’urgenza all’ospedale Molinette di Torino per iniziare quanto prima i cicli di chemio.

    Ecco cosa ricordo del mio 18esimo compleanno. Leggere le storie degli altri pazienti mi ha fatto riaprire il cassetto della memoria, e mi è sembrato doveroso dare un segnale di speranza. La mia trafila nell’ormai lontano 1998 mi ha portato a diversi cicli chemiotapici e radioterapici in quel di Torino. Si fa un primo autotrapianto e sembra essere andato tutto bene, ma dopo qualche mese ecco la ricaduta. Mi chiudo in bagno e mi taglio subito i capelli a zero appena ricresciuti. Si ricomincia, nuovo trasferimento in camera ospedaliera e preparazione per il secondo autotrapianto.

    Niente la sorte non ne vuole sapere. Il fisico comincia a risentirne, tanti farmaci, diversi incidenti di percorso, tanti chili persi ma ancora una forza d’animo che non mi ero reso conto di avere solo dopo la fine del mio percorso, grazie ai racconti di conoscenti e amici. Poi grazie a mio zio e al professor si decide per il trasferimento all’Ospedale di Perugia per una terapia (ai tempi) innovativa. Arriva l’ennesimo soggiorno in camera sterile per “ammazzare” le cellule malate del mio midollo dopo il trapianto da un parente, un mio caro cugino che mi ha permesso di essere qui. Il percorso fatto di isolamento e tanta sofferenza che noi ex malati conosciamo bene è ormai un lontano ricordo, che ogni tanto riaffiora in questo anno buio di Covid, ma mi sembra bello condividere la mia storia con chi ancora sta combattendo, perché adesso sono qui a scrivere queste poche righe da uomo di 40 anni sposato e con un bellissimo bambino.

    La ricerca fa passi da gigante, la forza che medici e infermieri infondono ai pazienti è tanta e fondamentale come quella dei parenti ma la cosa ancora più importante è legata ai piccoli gesti che possiamo fare tutti per aiutare. La Stella di Natale, l’Uovo di Pasqua e via dicendo sono piccoli gesti che non “ci toccano” ma possono fare tanto aiutando quella ricerca che tante vite ha salvato e sempre più vite salverà. Non bisogna mai smettere di lottare, la vittoria è sempre possibile.

    Giuseppe

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