Leucemia linfoblastica acuta del bambino e terapia CAR-T
Nei bambini la principale indicazione terapeutica per la leucemia linfoblastica acuta è il trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche. Negli ultimi anni l’immunoterapia, in particolare la terapia con cellule CAR-T, ha rivoluzionato il trattamento. Scopri di più.
Nei bambini la principale indicazione terapeutica per la leucemia linfoblastica acuta è il trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche. Tuttavia, la recidiva dopo trapianto rappresenta ancora la principale causa di fallimento, con un’incidenza del 20-25%. La prognosi in tali casi è severa e non vi erano fino ad alcuni anni fa strategie terapeutiche predefinite. Però, negli ultimi anni l’immunoterapia, in particolare la terapia con cellule CAR-T, ha rivoluzionato il trattamento e l’outcome di tali recidive.
In tale prospettiva, uno studio multicentrico spagnolo (GETH-TC) ha analizzato 73 bambini con leucemia linfoblastica acuta che hanno avuto una recidiva dopo un trapianto di cellule staminali ematopoietiche tra il 2013 e il 2021.
Risultati dello studio
Il lavoro ha raccolto dati retrospettivi di 73 bambini da 10 ospedali pediatrici. La popolazione comprendeva il 77% di leucemie di tipo B e il 23% di tipo T. Al momento del primo trapianto, il 27% dei pazienti presentava malattia minima residua, un fattore noto di rischio di recidiva. Il tempo mediano alla recidiva era di 6 mesi dopo il trapianto.
I pazienti hanno ricevuto diverse terapie: 29 bambini hanno ricevuto cellule CAR-T, 16 bambini un secondo trapianto e 28 chemioterapia o palliazione.
Fra i bambini trattati con CAR-T tutti hanno ottenuto una remissione iniziale, ma il 65% è poi ricaduto. La sopravvivenza libera da malattia a 17 mesi era del 28%, mentre la sopravvivenza globale era del 40%. L’unico fattore prognostico significativo è stato il carico di malattia minima residua prima dell’infusione di CAR-T: i bambini con malattia minima residua <3% avevano una sopravvivenza libera da malattia molto migliore.
Fra i 16 bambini sottoposti a secondo trapianto la sopravvivenza libera da malattia a 17 mesi era del 29% e la sopravvivenza globale del 32%. Nessun fattore (età, donatore, tipo di condizionamento) ha influenzato significativamente l’esito. Il tasso di mortalità non legata alla recidiva era del 19%, spesso per infezioni.
Complessivamente, il 20% dei bambini con recidiva post-trapianto è sopravvissuto a lungo termine. I pazienti con recidiva precoce (<6 mesi dopo il primo trapianto) avevano la prognosi peggiore: nessuno è sopravvissuto.
Particolarmente critico è stato l’esito nei bambini con leucemia T: solo 2 su 17 sono sopravvissuti. Da notare che sono in fase di sviluppo terapie come CAR-T dirette contro il CD7, specifico per le leucemie T. 28 chemioterapia o palliazione.
Conclusioni
La recidiva post-trapianto nella leucemia linfoblastica acuta pediatrica rimane una condizione a prognosi grave, soprattutto se avviene entro 6 mesi dal primo trapianto di cellule staminali ematopoietiche.
La terapia CAR-T offre buone possibilità di remissione, ma le recidive rimangono frequenti e per migliorare la sopravvivenza si valuta spesso un secondo trapianto.
Monitorare attentamente la malattia minima residua prima dei trattamenti e intervenire con strategie personalizzate potrebbe ottimizzare gli esiti.
Sono comunque necessarie nuove terapie e strategie di mantenimento post-CAR-T per consolidare le remissioni.
Fonte
Cytotherapy 2025 Apr;27(4):438-445