Linfoma B a grandi cellule recidivato e CAR-T: lo studio TRNSFORM
Dopo aver dimostrato la loro efficacia in molti tipi di linfoma resistenti o recidivati dopo più linee di chemioterapia, sempre più studi stanno esplorando l’utilità del trattamento con CAR-T in fasi più precoci della malattia linfomatosa. È questo il caso dello studio TRANSFORM, pubblicato recentemente sulla rivista Blood, che ha confrontato l’efficacia in seconda linea (ovvero dopo aver fallito una sola linea di terapia o in caso di una recidiva precoce del linfoma) del trattamento con CAR-T rispetto all’attuale terapia standard convenzionale, rappresentata dalla chemioterapia ad alte dosi seguita dal trapianto autologo di cellule staminali, nei linfomi B a grandi cellule.
Lo studio TRANSFORM
In questo studio di fase 3, 184 pazienti con linfoma B a grandi cellule recidivato a meno di 1 anno dalla fine della terapia o che non hanno mai risposto alla chemioterapia, sono stati randomizzati a ricevere la CAR-T lisocabtagene maralaucel (liso-cel) o la convenzionale chemioterapia seguita da trapianto autologo, con l’obiettivo di valutare l’event-free survival (la sopravvivenza libera da un evento, fra cui decesso, progressione di malattia o necessità di iniziare un nuovo farmaco chemioterapico), la percentuale di risposte complete e la sopravvivenza globale, così come gli effetti collaterali di ciascuna terapia somministrata.
Con un follow-up dei pazienti di quasi un anno e mezzo, la terapia con CAR-T ha dimostrato migliori risultati rispetto alla terapia convenzionale in termini di tasso di risposte complete (74% nel braccio CAR-T e 43% nel braccio della terapia standard) e di sopravvivenza libera da malattia, con delle risposte sostenute nel tempo. Anche la sopravvivenza mediana globale ha mostrato una tendenza a migliori risultati con le CAR-T rispetto alla chemioterapia convenzionale (anche se non significativa dal punto di vista statistico).
Gli effetti collaterali e la tollerabilità
Le CAR-T hanno una tossicità particolare legata alla loro funzione di “attivatori” del sistema immunitario, che può scatenare una sindrome da rilascio di molecole infiammatorie (la cosiddetta sindrome da rilascio citochinico) o una tossicità neurologica. Ebbene, nello studio TRANSFORM il trattamento con CAR-T è stato ben tollerato: il 49% dei pazienti trattati ha sì sviluppato una sindrome da rilascio citochinico, ma la maggior parte di grado lieve; l’11% dei pazienti ha avuto una tossicità neurologica, anche in questo caso di basso grado nella maggior parte dei casi.
Tali dati suggeriscono quindi che un trattamento precoce con CAR-T potrebbe essere preferibile nei pazienti con linfoma B a grandi cellule resistenti alla chemioterapia convenzionale o con una recidiva precoce. Bisogna però considerare che il trattamento non è ancora disponibile in tutti i setting di cura e che, per le particolari tossicità, i pazienti candidati a tale terapia devono essere attentamente selezionati.
Fonte
Abramson JS, Solomon SR, Arnason J, et al. Lisocabtagene maraleucel as second-line therapy for large B-cell lymphoma: primary analysis of the phase 3 TRANSFORM study. Blood 2023 Apr 6;141(14):1675-84
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