Linfoma mantellare recidivato o refrattario: lo studio SYMPATICO

Il linfoma mantellare è un tumore raro e aggressivo del sangue. Anche se esistono terapie efficaci, molti pazienti vanno incontro a recidiva e i trattamenti standard spesso non sono sufficienti, specialmente nei casi ad alto rischio (come quelli con mutazione del gene TP53 o istologia blastoide o pleomorfa).

Linfoma mantellare, lo studio SYMPATICO

Il trial

Lo studio di fase 3 SYMPATICO, condotto da un gruppo di ricercatori internazionali, ha valutato se l’aggiunta di venetoclax a ibrutinib potesse migliorare i risultati nei pazienti con linfoma mantellare già trattati. Ibrutinib è un inibitore della tirosin-chinasi di Bruton, una proteina che aiuta le cellule tumorali a sopravvivere. Venetoclax è un inibitore di BCL-2 che induce la morte delle cellule tumorali già utilizzato nella leucemia linfatica cronica e nella leucemia mieloide acuta.

Lo studio ha coinvolto 267 pazienti in 17 paesi. I pazienti sono stati assegnati casualmente a due gruppi: il primo ha ricevuto ibrutinib + venetoclax e il secondo ibrutinib + placebo. Il trattamento con venetoclax o placebo è proseguito fino a 2 anni, mentre ibrutinib è stato continuato fino a progressione della malattia o tossicità.

Gli obiettivi principali dello studio erano valutare la sopravvivenza libera da progressione, la risposta completa, la sopravvivenza globale, la negatività della malattia minima residua, la sicurezza.

La PFS mediana è risultata di 31,9 mesi con ibrutinib + venetoclax e di 22,1 mesi con ibrutinib + placebo. La risposta completa è stata più alta nel gruppo con venetoclax (54% e 32% rispettivamente). L’intervallo di tempo all’inizio di una nuova terapia è stato più lungo per i pazienti del gruppo con venetoclax . La sopravvivenza globale non è risultata ancora significativamente diversa ma il tempo di osservazione è ancora breve.

Per quanto riguarda la malattia minima residua nel sangue, si è negativizzata nel 77% dei pazienti del gruppo trattato con venetoclax e nel 13% del gruppo placebo. A livello midollare invece la negatività della malattia minima residua è stata rispettivamente del 62% nel grippo venetoclax e del 29% in quello placebo; questa differenza non è stata però statisticamente significativa.

Nel complesso, tali risultati indicano una risposta più profonda e duratura per la terapia di associazione rispetto a solo ibrutinib.

Per quanto riguarda la sicurezza si sono verificati eventi avversi di grado 3 o superiore nell’84% dei pazienti trattati con ibrutinib + venetoclax e nel 76% con ibrutinib + placebo. Gli effetti collaterali più comuni sono stati neutropenia (31% ibrutinib + venetoclax rispetto a 11% ibrutinib + placebo), piastrinopenia (13 e 8% rispettivamente) e polmonite (12 e 11% rispettivamente). Gli eventi avversi legati a sindrome da lisi tumorale sono stati rari (4%) e quelli legati al COVID-19 sono stati simili nei due gruppi.

Conclusioni

Lo studio SYMPATICO ha dimostrato che nei pazienti con linfoma mantellare recidivato o refrattario la combinazione di ibrutinib e venetoclax è più efficace di ibrutinib da solo, soprattutto in termini di tempo libero da progressione e di risposta completa.

Il profilo di sicurezza è risultato gestibile, senza segnali inattesi.

In particolare, nei pazienti con mutazione TP53, che normalmente rispondono male alla terapia, la combinazione ha mostrato risultati promettenti.

In definitiva, lo studio suggerisce che ibrutinib + venetoclax potrebbe diventare una nuova opzione terapeutica standard in pazienti con linfoma mantellare già trattato anche se sono necessarie ulteriori conferme per quanto riguarda gli effetti a lungo termine.

Fonte:

Lancet Oncol 2025 Feb;26(2):200-213

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/39914418/