Fatigue da tumore: molto più di una semplice stanchezza
Spesso scambiata per semplice stanchezza, la fatigue legata al cancro è una sensazione di esaurimento fisico difficile da spiegare, ma che colpisce fino al 90% dei pazienti oncoematologici intrappolandoli in un circolo vizioso. Ti senti troppo stanco per muoverti, così riduci i movimenti. Ma meno ti muovi, più ti senti svuotato. È un meccanismo subdolo, che si autoalimenta, ma è possibile interrompere: con attività fisica dolce, su misura, e con il supporto giusto.
La fatigue legata al cancro (in inglese Cancer-Related Fatigue, o CRF) è uno dei sintomi più comuni e più debilitanti tra le persone che affrontano una malattia oncoematologica, come leucemie, linfomi e mielomi. Si stima che colpisca dal 60 al 90% dei pazienti e può durare anche mesi o anni dopo la fine dei trattamenti.
Falso mito: "È solo stanchezza, basta riposare"
La fatigue non è solo stanchezza. È una sensazione profonda, persistente e spesso difficile da spiegare: un senso di esaurimento fisico, mentale ed emotivo che non migliora con il riposo. Può compromettere le attività quotidiane più semplici, come fare la spesa, cucinare o uscire per una passeggiata. A volte non si vede dagli esami, ma sulla qualità di vita delle persone ha invece un impatto molto evidente.
Un circolo vizioso da spezzare
Molti pazienti entrano in un circolo vizioso: si sentono stanchi, quindi si muovono meno. Ma il riposo prolungato porta a un indebolimento del fisico (decondizionamento) che finisce con il peggiorare ulteriormente la fatigue. E così via.“Mi sento sempre stanco, ma gli esami vanno bene. È normale?” Sì, è normale. Ma non vuol dire che possiamo sottovalutarla. Inoltre, la fatigue può essere conseguenza anche di altri fattori comuni durante i trattamenti, come anemia, perdita di massa muscolare, effetti collaterali delle terapie o stress emotivo.
La soluzione? Muoversi con dolcezza
Anche se può sembrare controintuitivo, l’attività fisica è uno degli strumenti più efficaci per contrastare la fatigue e lo stress emotivo che ne consegue. Uno studio condotto presso l’ospedale di Reggio Emilia ha mostrato che un programma di educazione terapeutica e attività fisica personalizzata può aiutare i pazienti con tumori del sangue a gestire meglio la fatigue, migliorare l’umore e mantenere uno stile di vita attivo.
I partecipanti sono stati seguiti da fisioterapisti in incontri di gruppo e/o individuali, in cui hanno imparato strategie pratiche per affrontare la fatigue e hanno ricevuto piani di esercizio adattati al loro stato di salute. I risultati? Dopo tre mesi i pazienti coinvolti avevano livelli significativamente più bassi di fatigue e un miglioramento generale della qualità della vita e della capacità motoria, senza mostrare differenze tra chi aveva seguito percorsi individuali o di gruppo.
La fatigue non è debolezza. È un segnale da ascoltare.
Se ti senti sempre affaticato, non ignorarlo. Parla con il tuo medico o con un professionista della riabilitazione. La fatigue non è un segno di debolezza né qualcosa da “sopportare”. Esistono strategie efficaci per gestirla, e anche piccoli passi possono fare una grande differenza.
Fonti:
• Denti M, et al. Therapeutic education and physical activity to support self-management of cancer-related fatigue in hematologic cancer patients: protocol of a feasibility randomized controlled trial. Integr Cancer Ther. 2020;19:1534735420969830.
• Accogli MA, et al. Therapeutic education and physical activity are feasible and safe in hematologic cancer patients referred to chemotherapy: results of a randomized controlled trial. Support Care Cancer. 2022;31(1):61.