La storia di Barbara
Fin da bambina ho sempre fatto parte di associazioni di volontariato e già da parecchi anni partecipavo alle manifestazioni in piazza dell’AIL, non so precisamente perché, ma era una delle associazioni che mi piaceva di più…
A maggio del 2005 dopo aver passato un anno in cui nessuno riusciva a capire il mio problema, mi è stato diagnosticato un linfoma di Hodjking II B, non riuscivo a crederci, solo un mese prima avevo annunciato alla mia famiglia e ai miei amici la data del mio matrimonio.
Ho passato giorni a farmi mille domande, sempre le stesse e a tutte non trovavo nessuna risposta; poi sono iniziate le terapie, ancora non ci credevo; io, stesa su quel lettino con persone vicino a me sempre diverse, che avevano negli occhi la mia stessa paura.
Il tempo passava e dalla chemioterapia sono passata alla radioterapia, a dicembre del 2005 ho terminato le cure e nel frattempo nei momenti liberi e in quelli in cui mi sentivo bene organizzavo il giorno più importante e più bello della mia vita.
Mi sono sposata il 4 giugno 2006 (e senza volerlo è lo stesso giorno in cui un anno prima avevo iniziato la chemioterapia) con uno spirito diverso, con una felicità indescrivibile e con una visione del mondo a 360°.
Ho imparato molto da questa esperienza, ma soprattutto ho finalmente trovato le risposte alle mie mille domande; credo in Dio e sono fermamente convinta che le cose non capitino a caso e che per ognuno c’è un disegno stabilito.
Ho incontrato sulla mia strada delle persone eccezionali, medici e infermieri che gestiscono il loro lavoro con devozione e spirito di allegria.
La mia lotta non è finita, ma la strada non è più così in salita; mi sveglio ogni mattina con la volontà di vivere attimo per attimo, osservando e facendo tesoro di ogni cosa che mi circonda e come ogni ragazza della mia età ho mille progetti e diecimila sogni, ma cerco di tenerli a freno per non sciupare niente; perché la vita va presa così come viene.
Mi capita, a volte, di avere persone intorno che mi chiedono come ho fatto a rimanere allegra anche nei giorni bui e la mia risposta è sempre la stessa, avevo uno scopo… e non potevo deludere tutti quelli che mi volevano bene e che soffrivano con me.
Spesso mi guardo indietro e non mi ricordo il dolore o le lacrime che ho versato, ma solo la felicità di aver avuto una seconda possibilità per migliorare i difetti e rafforzare i pregi; tutto questo è stato possibile grazie all’AIL e a tutte le persone che aiutano questa associazione a migliorare.
Barbara '77
Storie di combattenti