Sono qui grazie a mia sorella

    Mi chiamo Pamela e una mattina di fine marzo 2022 scopro un rigonfiamento al collo. La dottoressa mi dice che non è niente di preoccupante e vado avanti con antibiotico e cortisone ma sono sempre stanca. Ad agosto si aggiunge anche la febbre e un dolore al fianco. Mio marito mi porta all'ospedale dove mi dicono che ho la leucemia e organizzano il mio trasferimento al Gemelli. I medici comunicano alla mia famiglia che avrei avuto al massimo 3 mesi di vita, nel frattempo i miei fratelli iniziano l'iter per la compatibilità. Mia sorella, malgrado i trattamenti le provochino grande malessere, fa la donazione. Il 27 luglio è il giorno della mia rinascita: sono passati più di 2 anni e se ora sono qui, a raccontarvi la mia storia, è grazie a lei!

    La storia di Pamela

    Mi chiamo Pamela e voglio raccontarvi la mia storia.

    É fine marzo 2022, una mattina mi alzo e scopro un rigonfiamento al collo. Vado dalla mia dottoressa che mi fa fare un'ecografia, risultato: catena dei linfonodi infiammata. La dottoressa mi dice che non è niente di preoccupante, mi prescrive antibiotico e cortisone e tutto passa nel giro di 2 giorni. Essendo donatrice di sangue, avevo fatto le analisi a ottobre ed erano perfette, dunque non me le fa ripetere.

    Vado avanti così, tra antibiotico e cortisone, ma sono sempre stanca. Dove mi appoggio mi addormento e sudo tantissimo ma associo questi sintomi al caldo e alla vita frenetica, tra casa, figlie e lavoro. Continuo con il cortisone per far sfiammare i linfonodi (quando si ripresentano) ma ad agosto, a tutto il resto dei sintomi, si aggiunge una leggera febbre che mi destabilizza un po'. Tuttavia prendendo la tachipirina tutto passa e torno a fare la vita di sempre.

    Il 15 agosto ho un dolore al fianco, per me normale soffrendo di coliche renali, che sopporto per un po' di giorni. Il 25 mio marito decide di portarmi in ospedale e, dopo le analisi e l'ecografia, la stessa sera mi trattengono in pronto soccorso perché dei valori non andavano bene. La mattina seguente li avrei dovuti ripetere e poi sarei potuta andare a casa. Tuttavia, due ore dopo aver ripetuto gli esami, mi chiamano e mi fanno accomodare nella sala 3, di cui ancora ricordo il numero. Qui trovo una dottoressa, mia vicina di casa, che mi dice che ha organizzato il mio trasferimento al Gemelli di Roma. Le chiedo il motivo, dal momento che pensavo di soffrire solamente di una colica, e lei, guardandomi, mi dice che ho la leucemia.

    In quel momento non capisco più nulla, inizio a gridare, piangere e ho un vuoto di qualche minuto. Quando arriva il momento di dare la notizia a mio marito, che era fuori con le nostre figlie (di 11 e 6 anni), non so dove trovare il coraggio e le parole giuste. Ho ancora in mente la sua immagine, con le mani in tasca, ammutolito, mentre parla con la dottoressa. Poco dopo mi ritrovo in ambulanza, riuscendo a stento a salutare le mie figlie, che piangevano e non riuscivano capire quello che stava succedendo. Il mio primo ricovero inizia il 26 agosto (al Gemelli) e termina il 7 ottobre. I medici dicono a mio marito e a mia madre che avrei avuto al massimo 3 mesi di vita, nel frattempo io inizio chemio, trasfusioni di sangue e piastrine e i miei fratelli iniziano l'iter per la compatibilità.

    Il 17 febbraio 2023, mentre sono a un controllo, i medici mi chiamano in stanza, entro e trovo tutta l'equipe schierata, che mi dice di sedermi. Dopo una serie di domande, li sento dire: "Pamela abbiamo trovato un donatore esterno compatibile all'80%". In quel momento ho pianto dalla felicità ma ho anche avuto molta paura. Così proseguo i miei cicli di chemio, che nel giro di poco riescono quasi ad azzerare la malattia.

    Una mattina mi trovo con mia sorella e le squilla il telefono, vediamo che è il numero del reparto del Gemelli, in quel momento ci sentiamo il cuore in gola perchè sappiamo che può essere una bella come una brutta notizia. Mia sorella risponde e sente: "Signora, buongiorno. É il reparto di ematologia, le diamo appuntamento per iniziare la preparazione per la donazione di cellule staminali, sempre se lei è ancora favorevole". Mia sorella non esita neanche un istante e conferma; dopo 2 giorni inizia con i prelievi la mattina e le punture il pomeriggio. Al terzo giorno sta malissimo e io le dico di smettere perchè non voglio farla stare male ma lei prosegue.

    Il 16 giugno fa la donazione: dona la sua vita per salvare la mia. Dopo tutti i controlli sulle sacche, il 27 luglio è il giorno della mia rinascita. Sono passati 2 anni e 3 mesi e se ora sono qui, a raccontarvi la mia storia, è grazie a mia sorella!

    Pamela

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