Dopo un Linfoma si può andare avanti, nonostante le cicatrici nel corpo e nel cuore, il vuoto e quasi un senso di colpa nei confronti di chi non ce l'ha fatta, la paura costante a ogni analisi, a ogni nuova tac. Ho superato la sofferenza e oggi ho un marito e un figlio che è un miracolo. Perché la vita, a volte, sa avere molta più fantasia di noi!
La scalata più difficile della mia vita
Dieci anni fa il ricovero d’urgenza in ospedale per una leucemia promielocitica. Per alcune settimane ho lottato tra la vita e la morte ma alla fine ho vinto io. Oggi ho una moglie, due splendide figlie e riesco a coltivare ancora la passione che mi ha salvato: quella per l'arrampicata.
Dopo essersi asciugati le lacrime, bisogna ricominciare a lottare
La mia storia passa per un trapianto allogenico, cinque recidive post trapianto e sette linee terapeutiche in sette anni. Eppure non bisogna perdere la voglia di combattere: a salvarmi è stato infatti un anticorpo monoclonale che nel 2008, al momento della mia diagnosi di Linfoma, nemmeno esisteva.
Vi auguro un anno come il mio: pieno di speranza
Esattamente un anno fa, il 31 dicembre del 2019, ho ricevuto la diagnosi: Linfoma di Hodgkin. Ho compiuto 30 anni in piena pandemia e sotto chemioterpia, eppure mi sono detta: ho tanta voglia di vivere e ho troppi progetti da realizzare per smettere di credere nei miei sogni. E oggi sono qui, piena di nuova di forza e di speranza!
La mia malattia è rara e incurabile, si chiama Mielofibrosi
La sensazione più spaventosa? Quella di aver perso un’innocenza che a quarant’anni suonati ancora mi vantavo di avere. Mi sento derubata di una propensione alla felicità che mi veniva naturale. Non lo scrivo per essere compatita, ma solo per ricordarvi che la felicità e la leggerezza sono un lavoro quotidiano, molto più impegnativo della facile autocommiserazione.
Intorno alla malattia c'è una vita che DEVE andare avanti
Se oggi la mia Chiara sta bene è anche grazie alle cure domiciliari, che ci hanno permesso di tornare a casa pur rimanendo in contatto con il reparto. Perché intorno alla malattia c’è una vita che deve andare avanti, quelle preziose abitudini che ci danno la forza di lottare senza mai rinunciare. E voglio ringraziare chi, forse senza saperlo, sostenendo AIL anche con un piccolo contributo ha aiutato mia figlia a superare tanti momenti difficili.
Il mio inquilino, il Signor Linfoma di Hodgkin
Non so nemmeno descrivere l'impotenza, l'ansia, la paura che mi hanno accompagnato in questi anni di chemio e radio, delle cicatrici fisiche e mentali che mi porto ancora addosso a casua del mio scomodo 'inquilino'. Ma anche grazie a questa esperienza sono diventata piano piano la donna che ho sempre voluto essere.
Comando io adesso, brutto mostro. Hodgkin o non Hodgkin tornerà l’arcobaleno.
Un tumore ti strappa i capelli con tanto dolore, ti toglie la forza di tenere tuo figlio in braccio, ti fa sentire uno schifo di donna. Ma non mi arrendo. Quest'anno a Natale non potrò aprire i regali sotto l'albero insieme a mio figlio e alla mia famiglia, però voglio farlo per tutti gli anni a venire.
Vincere contro il cancro è difficile, ma non impossibile
Il momento più duro da affrontare è stata la perdita dei capelli, ero malata agli occhi del mondo. Ma oggi è tornata la luce, dopo una recidiva e un trapianto di midollo sto bene e ho sconfitto il linfoma.
Sono un'aspirante ricercatrice e ora combatto un Linfoma
Il mio sogno è lavorare nella ricerca ma il destino ha voluto che combattessi prima la malattia in prima persona. Ho scoperto il tumore al quinto mese di gravidanza e sono ancora in cura. Spero che passi in fretta, perché voglio poter prendere in braccio mio figlio e averne cura con tutte le forze che ora non ho.