Spes, ultima dea

    9 maggio 2017 diagnosi: Leucemia Mieloide Acuta. Comunicano ai miei familiari che sarei morto.

    7 settembre 2018 sono vivo, conduco la vita che conducevo prima, per un oramai sessantasettenne.

    Guardandomi, nessuno penserebbe che solo poco più di un anno fa sono passato attraverso cicli di chemioterapia, lunghi periodi in camera sterile alternati a brevi ritorni a casa senza neanche potermi avvicinare al mio cane per timore di probabili infezioni. Neutropenia, questa è stata la situazione più dura da affrontare.

    I capelli ricresceranno, le forze torneranno, ma se non segui pedissequamente le raccomandazioni sanitarie rischi una infezione, anche banale che può interrompere il tuo percorso.

    Ho la fortuna di essere nato curioso, da sempre ho messo in discussione tutto, da sempre devo verificare, approfondire, capire. La mia curiosità è stata la molla che mi ha aiutato a rimanere freddo, quasi distaccato dall'evento. Mi ha spinto a cercare informazioni, internet grazie, a fare confronti, ad interpretare e capire le informazioni che il personale medico mi forniva, a chiedere loro informazioni, tessere che andavano a completare il quadro della mia malattia.

    Psicologicamente sempre attivo e curioso, questo ha impedito alla mia mente di precipitare nell'abisso della disperazione.

    Sono ateo, quindi nessun appiglio religioso.

    Secondo i protocolli medici attualmente seguiti le probabilità di sopravvivenza, in casi simili al mio, sono abbastanza deprimenti.

    Per problemi cardiaci pregressi e di comune accordo con i medici, si è deciso di non eseguire il trapianto di midollo. Terapia di mantenimento cinque giorni al mese mediante iniezioni sottocutanee e controllo midollare della malattia ogni quattro mesi.

    Remissione completa, almeno sino ad ora.

    Alla mia età andare in motocicletta, suonare il sax, respirare, camminare, tuffarsi nel mare, giocare con il mio cane e godermi la famiglia, sono emozioni quotidiane da vivere con la consapevolezza che nulla è scritto o predeterminato, che ognuno di noi è un microcosmo diverso da qualsiasi altro, che la risposta individuale ai farmaci fa la differenza. E che il nostro stato mentale influisce su tale risposta.

    Sono sempre stato un sostenitore della teoria di indeterminazione universale: ognuno di noi è un universo, indeterminato e quindi aperto a tutte le probabilità.

    Spes, ultima Dea.

    Paolo

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