Vi auguro un anno come il mio: pieno di speranza

    Vi auguro un anno come il mio: pieno di speranza

    È ottobre, fuori piove e io sono appena arrivata in ospedale felice di rivedere tutti i volti delle persone che sono state la mia seconda famiglia per un po' di tempo. Facciamo un passo indietro. Sono Laura, una ragazza calabrase di 30 anni, compiuti in piena pandemia e chemioterapia. Nell'estate 2019 ho iniziato ad accusare un forte dolore alla spalla; ogni sera il dolore si faceva sentire, non riuscivo a dormire la notte e la mattina mi svegliavo presto per affrontare 8 ore di lavoro. 

    Mi dissero che era dovuto alla cattiva postura e alla scoliosi. A settembre comparve anche una febbricola serale che mi spinse a recarmi al pronto soccorso ma nessuno capì la causa del mio malessere. Arriva Novembre, la tosse e il dolore continuavano. Decido di allontanarmi della mia città sperando di trovare una diagnosi. Finalmente, dopo varie indagini, capirono che qualcosa non andava: c'era una massa nel mediastino e stava intaccando il polmone sinistro. Mi ricoverano per più di 20 giorni in una stanzetta da sola.

    Il tempo non passava mai nonostante la compagnia di mia madre e dei parenti che venivano a farmi visita. Mi operano per fare la biopsia, passa ancora altro tempo. La diagnosi arriva il 31 dicembre: Linfoma di Hodgkin. Non avevo niente da festeggiare, l'anno era finito male e iniziava peggio. Non sapevo della pandemia che sarebbe arrivata da lì a poco ma il mio 2020 si prospettava essere l'anno peggiore della mia vita. Scrissi queste parole in quei giorni: 'Sarà tutto diverso. Ho una battaglia da iniziare, una nuova sfida da affrontare...Ci vorrà forza, coraggio, pazienza ma ho tanta voglia di vivere e non voglio arrendermi. Ho troppi progetti e cose da realizzare per fermarmi e smettere di credere nei miei sogni". Mi sono detta: sono giovane, ho una vita davanti e non posso mollare, devo vincere io! E così è stato. Nonostante la nausea, la stanchezza, la perdita dei capelli (ho anche scoperto di amare i capelli cortissimi!) e tutte le conseguenze della chemioterapia, HO VINTO IO! Il supporto di familiari e amici è stato fondamentale. Ringrazio i medici e la ricerca se oggi posso tornare a vivere la mia vita più forte di prima! 

    Ritorno nella mia città, al mio lavoro, ai miei amici. Ma poi arriva il grande giorno di ottobre, primo follow up. Un mix di emozioni, sono nella sala d'attesa dell'ospedale, da sola, non c'è nessuno, si sentono in lontananza le voci di medici e infermieri affaccendati nei loro lavori. Entro nella stanza della dottoressa, analisi perfette ma la tac no, non era perfetta. C'era una macchia di 5 cm e si pensa subito ad una recidiva. Non mi meraviglio ne restò male. Poteva succedere, lo sapevo ed ero già pronta ad affrontare nuovamente la battaglia più forte di prima. 

    Dovrò fare una PET e una nuova biopsia per avere la conferma. Passano tanti giorni in attesa dei risultati. Mentre lavoro, ricevo la telefonata del dottore: 'Laura puoi stare tranquilla, è solo un ingrossamento del timo. Puoi tornare a casa'. Non ci credo, ancora non ci credo. C'è di nuovo la pandemia e sono a 1200km da casa mia in zona rossa ma la prima cosa che faccio è prenotare l'aereo per tornare a casa. La malattia ti cambia, è vero, ma più che fisicamente, il cambiamento è interiore.Si affrontano le giornate con occhi diversi. 

    Ringrazio Dio, ogni giorno per avermi permesso di essere qui, ad apprezzare le piccole cose con l'affetto di tutte le persone che mi vogliono bene.

     Laura

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