Patologie e Terapie

Il dolore del parto

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Il dolore del parto è presente fin dalle origini della storia umana. E’ un dolore acuto, atteso, preparato e temuto durante i nove mesi della gestazione, a differenza della colica renale o di un infarto miocardico che colgono il paziente di sorpresa. Aspettativa e ansia giocano un ruolo importante nell'atteggiamento della paziente. Esiste una componente “affettiva” del dolore; una complessa reazione della quale fanno parte le informazioni ricevute, l'età, la condizione fisica e psichica, la cultura e le credenze religiose. Un'adeguata preparazione, un'esperienza precedente positiva e senza traumi, si riflettono su un comportamento rilassato della partoriente. La paura del male o di un eventuale esito infausto per sé o per il bambino, l'insicurezza che ne deriva, il sentirsi abbandonata, sono stati d'animo invece che amplificano la reazione al dolore, che è pertanto diversa da soggetto a soggetto.
Esistono diverse modalità di intervento. Le tecniche che non utilizzano farmaci o strumentazione invasiva (preparazione psicologica, training autogeno, ipnosi, agopuntura) hanno dimostrato una buona efficacia antalgica sfruttando suggestione, distrazione, riflessi condizionati positivi che agiscono innalzando la soglia del dolore. Ma quando il male supera le aspettative della donna, si ricorre al trattamento medico farmacologico.
I dati sempre più numerosi della letteratura sull’analgesia epidurale dimostrano la piena compatibilità di questa tecnica con un parto naturale e spontaneo, la sua efficacia nel controllo del dolore da parto, la sua estesissima applicazione e l’elevato grado di sicurezza sia per la madre che per il neonato.
L'analgesia peridurale o epidurale per il parto vaginale spontaneo può essere praticata a tutte le partorienti. E' una tecnica messa a punto dal professor Achille Mario Dogliotti nel 1931 a Torino,  che consiste nel portare l'anestetico locale e i farmaci oppioidi direttamente sulle radici sensitive del midollo spinale, senza quindi interferire sulla motilità materna. Il posizionamento di un cateterino permette di modulare i farmaci per tutto il tempo della durata del travaglio. Le controindicazioni assolute sono limitate e devono essere valutate dopo una visita anestesiologica. La semplice richiesta della donna rappresenta una indicazione medica all’esecuzione della epidurale.
Il 60% delle donne statunitensi ricorre all’epidurale per lenire il dolore da parto. L’introduzione del parto indolore nel Regno Unito risale addirittura al 1928. In Svezia il Parlamento ha dichiarato il parto indolore un diritto della donna fin dal 1971, in Finlandia il Ministero della Salute si è pronunciato in tal senso nel 1977. La Francia ha cambiato il suo atteggiamento nei confronti dell’analgesia nel parto negli anni ‘90, grazie principalmente all’azione del Governo, che ha promosso alcune leggi per migliorare l’assistenza ostetrica. In Italia siamo molto indietro da questo punto di vista: solo alcuni ospedali con “mission” nel campo materno-infantile garantiscono la partoanalgesia nell’arco delle 24 ore.
Nel caso sia opportuno ricorrere ad un parto cesareo urgente, la presenza del catetere peridurale consente di affrontare l'intervento chirurgico abolendo la sensibilità nella zona chirurgica, semplicemente diversificando diluizione e dosaggio dell’anestetico locale. L’analgesia epidurale diventa così rapidamente anestesia epidurale. Questa tecnica è fortemente raccomandata anche nel taglio cesareo in elezione perché riduce sensibilmente i rischi dell’anestesia generale oltre ad offrire alla mamma la possibilità di vedere subito il proprio figlio, come avviene nel parto spontaneo. Spesso consente di avere accanto il marito e condividere con lui il momento della nascita, di attaccare al seno il proprio figlio fin da subito qualora lo desideri, di controllare in modo efficace il dolore postoperatorio e soprattutto di riprendersi dall'intervento in tempi molto brevi. E’ opinione diffusa tra gli operatori che la disponibilità di un servizio di partoanalgesia possa ridurre il ricorso al taglio cesareo. Le donne non scelgono il taglio cesareo, ma possono essere indotte a sceglierlo, se non si offre loro la possibilità di partorire con meno dolore.
La ragione della bassa incidenza dell’analgesia in travaglio di parto in Italia è da ricercarsi principalmente nella mancanza di soluzioni di tipo culturale, organizzativo, sociale ed economico.

Dott.ssa Elsa Margaria
Specialista e Libero Docente Anestesia e Rianimazione, Direttore Sanitario Day Surgery  Promea, Torino

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