Non ho paura di chiudere gli occhi
La diagnosi di un Linfoma a 26 anni ha cambiato il mio modo di vivere: mi sentivo di impotente, non sapevo cosa potesse succedere durante il sonno, avevo paura di chiudere gli occhi. Sono stati mesi complessi e in alcuni momenti veramente sconfortanti ma dopo 235 giorni di malattia, mi hanno annunciato che questa parentesi era terminata. Ogni tanto mi capita di fermarmi, di riempire bene i polmoni di Aria e di ringraziare per questo respiro, rendendomi conto che sono arrivata in fondo e che, finalmente, non ho più paura di chiudere gli occhi.
La Vita è una cosa imprevedibile: ti regala dei momenti in cui non sai spiegarti il perché di quello che ti sta succedendo, un po’ come quando sei irrimediabilmente felice senza alcun apparente motivo. Ecco, solo che qui la situazione è stata un po’ diversa. La felicità è arrivata in punta di piedi, nelle piccole conquiste di tutti i giorni, nei sorrisi di tutte le persone che mi sono state accanto, nei caffè bevuti seduta sul tavolo della casa nuova, nelle sopracciglia che crescevano e nel rossetto rosso di un paio di sabati sera estivi.
Due cose ho stampate in testa di quel 7 marzo 2022: mio Papà che mi dice “Che hai combinato?” appena entrata in pronto soccorso a Bergamo, mentre mi tiene una mano sulla gamba e con la mamma mi accarezza la testa, e la paura di chiudere gli occhi, la sera, perché non sapevo cosa potesse succedermi durante il sonno.. In cinque giorni la mia esistenza è cambiata del tutto.
La diagnosi di un Linfoma (nello specifico linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule “b”) a 26 anni, ha cambiato il mio modo di vivere la Vita. Mi sono resa conto di quanto è importante respirare e ricevere delle belle notizie. Guardare l’alba e godersi il sole sulla pelle. Camminare, lavarsi e vestirsi da sola. Mangiare. Le cose più semplici, scontate e talmente quotidiane che a volte non ci si rende nemmeno conto di fare, per giorni sono state un ostacolo insormontabile.
Sono stati mesi complessi e in alcuni momenti veramente sconfortanti; mi sono dovuta dedicare a me stessa prima degli altri e per me è stato un sacrificio enorme. Questa esperienza mi ha portato, però, a conoscermi nel profondo e a rendermi conto della mia Forza, della mia Gentilezza e del mio Potenziale, che fino ad ora avevo tenuto sepolto in un angolo buio tra il mio Cuore e la mia Testa.
Certo, l’Universo poteva trovare un modo meno impattante per comunicarmi che dovevo cambiare qualcosa, ma alla fine le esperienze (sia belle che brutte) servono ad imparare qualcosa. Il 27 ottobre 2022, dopo 235 giorni di malattia, mi hanno annunciato che questa piccola parentesi di sette mesi era terminata. Ci ho messo un po’ ad assimilare il fatto che il tumore non c’era più e che sarei potuta gradualmente tornare alla mia vita di prima. Quando ora il mio (finalmente) Marito mi passa la mano nei miei nuovi capelli ricci stento a credere che solo un anno fa erano una peluria cortissima, come i capelli dei bimbi.
Per fortuna ho avuto le persone giuste al mio fianco, ad affrontare questo male che mai pensavo potesse venire a me. Sono stati i miei tifosi instancabili, sempre pronti a spronarmi e a sostenermi nei momenti di maggiore sconforto, ma soprattutto pronti a gioire delle piccole e grandi Vittorie. E cazzo se abbiamo vinto! Ogni tanto mi capita di fermarmi, di riempire bene i polmoni di Aria e di ringraziare per questo respiro, rendendomi conto che sono arrivata in fondo e che, finalmente, non ho più paura di chiudere gli occhi.
Emanuela
Storie di combattenti
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